Dal 2 settembre le famiglie italiane in
difficoltà avranno una possibilità in più per far fronte ai propri
impegni economici, grazie al Fondo di Solidarietà per i mutui prima
casa. Il Decreto Ministeriale n. 132/2010, apparso nella gazzetta
ufficiale n. 192/2010, introduce finalmente, nel nostro ordinamento
questa misura che consente di sospendere la rata del mutuo prima
casa. Sono passati due anni da quanto il fondo è stato approvato
nella Finanziaria 2008 dall'allora Governo Prodi, tempo, in cui le
condizioni economiche sono cambiate drammaticamente. Questa misura fu
pensata per proteggere le famiglie dalla alta crescita dei valori dei
tassi variabili (indicizzati Euribor, o Irs) che avevano fatto schizzare
alle stelle le rate dei mutui, mentre attualmente la situazione è
diametralmente opposta con i tassi ai minimi storici. D'altro canto
la crisi economica ha ridotto i redditi disponibili delle famiglie ,
per cui si può dire che l'introduzione del Fondo di Solidarietà,
costituisce una boccata d'ossigeno per le famiglie. Le
caratteristiche del fondo di Solidarietà ricalcano per certi versi,
il Piano di sospensione dei mutui dell'Abi, che ha riscosso un grande
successo tra i consumatori
con 24mila mutui sospesi, ma che,
oltre ad essere su base volontaria (per le banche che possono anche
non aderire) presenta alcuni limiti più stringenti.
CARATTERISTICHE FONDO SOLIDARIETÀ E
CONFRONTO CON PIANO FAMIGLIE
Prima di descrivere le caratteristiche
del fondo di solidarietà e confrontarle con quelle del piano
famiglie, ricordiamo che quest'ultimo secondo gli accordi
Abi-Consumatori prevedeva delle condizioni minime che poi potevano
essere migliorate dagli istituti di credito. Condizioni base che
secondo l'Abi sono state migliorate dal 64% delle Banche. In questo
articolo confronteremo le condizioni del Fondo di Solidarietà con
quelle base previste dal Piano Famiglie.
Il Fondo di Solidarietà permette di
sospendere le rate del mutuo prima casa fino a 18 mesi, contro i 12
del piano famiglie dell'Abi. I mutui ammessi alla sospensione dal
Fondo di Solidarietà sono quelli con importo massimo finanziato pari
a 250mila euro, mentre il Piano Abi fissava il limite a 150mila euro.
Le condizioni che permettono lo stop dei pagamenti sono pressochè
analoghe:
- perdita del posto di lavoro dipendente a tempo indeterminato
- termine del contratto di lavoro parasubordinato o assimilato, con assenza non inferiore a tre mesi di un nuovo rapporto di lavoro;
- morte o insorgenza di condizioni di non autosufficienza di un componenti il nucleo familiare che sia percettore di reddito per almeno il 30% del reddito del nucleo familiare
Tuttavia il Fondo di Solidarietà non richiede che queste condizioni si verifichino nel corso del 2009-2010, come il Piano Abi. In Più l'accesso al fondo può essere richiesto anche per il pagamento di spese mediche o di assistenza domiciliare superiore a 5mila euro annui, o in caso di ristrutturazioni straordinarie sull'immobile sui cui è acceso il mutuo (sempre nel limite di 5mila euro). Essendo poi stato previsto in origine per arginare la crescita delle rate dei mutui variabili, il Fondo di solidarietà prevede la possibilità di sospensione anche se la rate (a tasso variabile) cresce significativamente.
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Per quanto riguarda i limiti reddituali di accesso a queste misure di sostegno alle famiglie, il Piano Abi richiede che il reddito imponibile non sia superiore ai 40 mila euro annui, mentre per accedere al Fondo di Solidarietà occorre che l'indicatore della situazione economica equivalente (Isee) non sia superiore a 30 mila euro.
Una differenza rilevante tra le due misure a sostegno delle famiglie, riguarda, invece, il trattamento degli interessi che nel Piano Abi restano a carico del consumatore che può decidere di versarli durante la sospensione oppure quando riprenderà a pagare le rate. In caso di adesione al Fondo di solidarietà, invece, gli interessi saranno interamente a carico della banca che potrà a sua volta richiedere la copertura di rimborso al Fondo, ma solamente per la quota corrispondente al parametro di riferimento del tasso variabile, ovvero l'Euribor o l'Irs di periodo.
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