Il commercio dei pannelli solari cinesi va forte. Troppo forte. E’ questa l’opinione di alcuni analisti americani che temono implicazioni negative per l’occupazione negli Stati Uniti. Il governo è tentato di intervenire, ma la Cina sbotta.
E’ veramente una crescita fuori dall’ordinario quelle delle esportazioni di pe in aannelli solari cinesi negli Usa. Nel 2009 le vendite hanno raggiunto quota 640 milioni di dollari, nel 2010 addirittura hanno superato il miliardo e mezzo. Lo stupore è ancora più grande se si pensa che la Cina, nell’immaginario comune, è considerata come una delle nazioni più inquinanti al mondo. È in alcuni ambiti come abbiamo visto lo è anche.
E’ un mito che solo parzialmente corrisponde a verità: il Dragone sta investendo pesantemente nelle energie rinnovabili. I più maligni potrebbero obbiettare che alla base non c’è un convincimento di fondo sull’opportunità di utilizzare energia pulita, ma solo il bisogno di svincolarsi dalla compravendita di materie prime che, a lungo andare e visto il crescente fabbisogno energetico cinese, rischia di creare seri problemi al Dragone. Probabilmente è vero. Fatto sta, però, che la Cina sta puntando con convinzione sulle energie rinnovabili.
La Cina teme l’introduzione di nuovi dazi. La reazione non si è fatta quindi attendere. Il ministro del Commercio di Pechino cinese, Shen Danyang, ha dichiarato: “Sono le aziende americane che non riescono ad innovare tagliando i costi. E se Washington imporrà dei dazi anche sulle importazioni di pannelli solari non rimetterà in discussione solamente la fiducia che Pechino ripone negli Stati Uniti in quanto alleato commerciale, ma non favorirà neppure l’interesse degli americani, e tanto meno quello degli operatori nel settore, che si sentiranno autorizzati a continuare a non innovare”.
Un ragionamento che non fa una grinza e che ha conquistato anche molti produttori i quali, di contro, stanno spingendo il governo statunitense a non combinare pasticci. Un’altra considerazione che sta contribuendo a ingrossare le file del no è la seguente: senza la Cina a stimolare gli Usa ad abbattere i costi di produzione, il costo dei pannelli solari americani aumenterebbe, la domanda calerebbe causando effetti negativi per tutta la filiera.
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