Più volte ci siamo occupati in questi
anni dei temi relativi alla concorrenza nella distribuzione dei
farmaci, che vede la categoria dei farmacisti schierarsi a favore o
contro l'apertura di nuove parafarmacie. Le ragioni dello scontro
ruotano intorno essenzialmente al tema della maggiore concorrenza, in
quanto più sono i luoghi dove vengono distribuiti i farmaci maggiori
sono (o dovrebbero essere) le possibilità di risparmio per i
consumatori. Dall'altra parte i farmacisti titolari di farmacie, che
indubbiamente vedrebbero ridursi il proprio giro d'affari da nuove
aperture, sostengono che una tale misura potrebbe elevare i rischi
per la salute dei cittadini.
Sul tema è intervenuta ieri l'Anpi
(Associazione Nazionale parafarmacie Italiane) in una conferenza
congiunta tenuta con Confesercenti, in cui è stata presentata una
proposta sul riordino del sistema distributivo del farmaco in
Italia, per lestensione della vendita dei farmaci a pagamento
anche nelle parafarmacie. In sostanza secondo l'associazione gli
effetti di questa proposta comporterebbero un aumento
dell'occupazione di settore ci circa 7500 unità, la nascita di 3500
nuovi punti vendita, investimenti per 600 milioni e un risparmio per
i cittadini di 700 milioni di euro.
Tutto ciò sarebbe possibile
semplicemente allargando la possibilità di vendere i farmaci di
classe C (quelli sottoposti ad obbligo di ricetta) anche nelle
parafarmacie e rendendo obbligatoria in questi esercizi la presenza
di uno o più farmacisti. Tra gli effetti di questa proposta, spiega
l'Anpi, vi sarebbe anche quello di fornire un servizio maggiore ai
consumatori che vivono in zone non propriamente coperte da farmacie
così come nelle località turistiche, dove nei mesi estivi il
numero di persone che necessitano di farmaci è decisamente
superiore alle possibilità offerte dall'attuale sistema di
distribuzione.
CONCORRENZA E RISPARMI: BILANCIO DELLE
PARAFARMACIE
Secondo quanto riporta l'Anpi il
risparmio dei cittadini, grazie alla concorrenza che le farmacie
hanno subito, raggiungono complessivamente i 550 milioni di euro all'anno.
In
concreto nel 2009, secondo l'ultimo rapporto di ANIFA (Associazione
nazionale dellindustria farmaceutica dellautomedicazione) i
costi medi per confezione dei farmaci di automedicazione sono stati :
FARMACIA 6,7 euro; PARAFARMACIA
6,3 euro; CORNER GDO
5,1
euro. Dati che evidenziano come il prezzo medio dei farmaci da banco
sia nelle parafarmacie inferiore del 6% rispetto a quello delle
farmacie.
COLLEGAMENTI SPONSORIZZATI
Tutto ciò senza un aumento dei consumi di farmaci di automedicazione, che negli ultimi quattro anni (da quanto il mercato è stato liberalizzato), sono rimasti costanti e pari a circa 330 milioni di confezioni/anno. Secondo l'Anpi ciò dimostrerebbe che lapertura delle parafarmacie con lobbligatorietà della presenza responsabile di un farmacista, al pari di quanto avviene in farmacia, non ha incoraggiato i consumi di farmaci, come paventavano, invece i titolari di farmacia.
DIFFUSIONE PARAFARMACIE
In quattro anni le parafarmacie aperte
hanno raggiunto quota 3.345, di cui circa 3mila esercizi di vicinato
e i rimanenti corner GDO. Nei primi sei mesi del 2010 le
parafarmacie aperte sono state in media 55/mese, contro una media
di circa 12 chiusure/mese. Le parafarmacie si sono diffuse
soprattutto nelle grandi città e nelle località turistiche,
dove
il mercato è più forte e dove il consumatore è più aperto
alla novità. Infatti, il 90% delle parafarmacie sono localizzate in
comuni sopra 12.500 abitanti, il 95% in comuni sopra i 5.000 abitanti.
[Via: Anpi![]() |
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RISORSE:
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L'abuso di antibiotici mette a rischio la salute degli italiani e toglie risorse economiche preziose
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